Una norma presente nel nuovo codice della strada scatena la bufera: tutti contro il ministro Salvini, cosa sta succedendo
Ci sono già state innumerevoli discussioni, in questi giorni, per il varo delle nuove norme legate al codice della strada. Le modifiche apportate dal Governo, infatti, in molti casi si presentano come particolarmente severe nei confronti degli automobilisti, forse anche troppo.
E’ chiaro che si avverte la necessità di mettere in sicurezza il più possibile il traffico sulle strade e per questo occorre sanzionare adeguatamente i comportamenti non conformi. Ma l’aumento delle sanzioni per le infrazioni e soprattutto l’aumento delle casistiche per il ritiro immediato della patente stanno suscitando più di qualche polemica.
Non è la prima volta, del resto, che il Ministro per le Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, è nell’occhio del ciclone. Hanno fatto discutere anche le recenti vicende legate agli scioperi che hanno coinvolto il settore dei trasporti e creato molti disagi all’utenza. Ma ora, per il vicepresidente del Consiglio, rischiano di esserci problemi anche più seri.
Codice della strada, la norma anticostituzionale che mette nei guai Salvini: di cosa si tratta
C’è infatti una norma su tutte, nel nuovo codice della strada, che è destinata a generare il caos. Si tratta di una norma che potrebbe essere contraria alla Costituzione e che per questo potrebbe causare molteplici ricorsi contro le autorità amministrative e di polizia stradale, per i relativi provvedimenti.
Secondo alcuni, potrebbe essere anticostituzionale l’articolo 187 del nuovo codice della strada. In quell’articolo, si parla delle alterazioni psicofisiche alla guida, derivate dall’assunzione di alcool e sostanze stupefacenti. Essendo stata eliminata la parte sulle alterazioni, si stabilisce che qualsiasi consumatore, assiduo o non, si vedrà sospesa la patente, con una successiva revoca nel caso in cui il test antidroga risulti positivo. Questo però potrebbe causare problemi normativi, dato che il consumo di droga nell’ordinamento italiano è recepito come un illecito amministrativo e non come un reato. In casi come questo, invece, lo diventerebbe a prescindere da dosi e quantità assunte.
Il tema è sicuramente delicato e di non facile soluzione. Qualcuno ha già pensato di interpellare la Coste Costituzionale per dirimere la faccenda, bisognerà attendere per capire quale sarà il parere. Nel frattempo, contro le contestazioni in merito alla guida, potrebbero scatenarsi chissà quanti ricorsi.