Nel mese di novembre moltissimi percettori dell’Assegno unico potrebbero trovarsi una brutta sorpresa: perché parte il prelievo della somma.
Anche a novembre i pagamenti dell’Assegno unico partiranno dalla metà del mese, come riportato dai Facicoli Prevvidenziali del sito INPS. Visto i giorni festivi nel mezzo, le prime erogazioni saranno tra lunedì 18 e mercoledì 20. La differenza temporale dipende dall’ordine cronologico.
Tuttavia, qualcuno potrebbe ricevere il pagamento oltre il 20 del mese. Il motivo è abbastanza semplice: questa tempistica è necessaria per il ricalcolo della somma per chi ha avuto variazioni reddituali e familiari.
In questo caso, alcuni percettori riceveranno un importo maggiorato sebbene in una data leggermente discostata. Ma come vi sono buone notizie, ci sarà chi dovrà restituire il denaro percepito indebitamente dall’INPS e segnalato al contribuente, applicando direttamente la trattenuta.
Come già accennato, variazioni all’interno del nucleo familiare possono comportare delle modifiche sull’importo dell’Assegno Unico. Tuttavia, questa non è l’unica casistica nel quale può avvenire una variazione. Può infatti succedere che l’INPS effettui dei tagli per recuperare delle somme erogate erroneamente in passato. In questi casi, l’istituto trattiene una parte dell’assegno, solitamente il 20% dell’importo spettante, per rientrare nel pagamento del debito accumulato, anche se in maniera dilazionata.
Se, per esempio, un percettore ha diritto a un importo di 233,00 euro, ma ha un debito con l’INPS di 500 euro, l’istituto tratterrà il 20% dell’importo spettante (ossia 46,60 euro) e erogherà solo la differenza, pari a 186,40 euro. In questi casi le trattenute continueranno ogni mese fino al completo recupero del debito.
Una situazione, questa, nemmeno molto rara. Nel 2024, diversi percettori dell’Assegno Unico si sono trovati a ricevere importi superiori al dovuto per errori o mancate comunicazioni. Tra i casi più comuni troviamo un ISEE scaduto o con inesattezze che possono portare a calcoli errati sugli importi spettanti. Da non sottovalutare l’uscita di un componente o altre modifiche non comunicate tempestivamente, che anch’esse hanno causato sovrappagamenti.
Anche le maggiorazioni per figli disabili, a volte applicate senza documenti aggiornati o conformi, potrebbero portare a questo inconveniente, così come gli incrementi di reddito non dichiarati: quando i redditi familiari aumentano ma non vengono segnalati, gli importi restano sovrastimati.
Le casistiche, dunque, sono molteplici, ma l’unica cosa da fare per evitare queste situazioni in futuro è quella di monitorare e aggiornare l’ISEE in maniera tempestiva.
Per verificare la propria situazione e controllare l’importo effettivo del pagamento, è possibile consultare il Fascicolo Previdenziale, dove vengono indicati anche eventuali prelievi o recuperi in corso.
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